lunedì 6 agosto 2012
Pianificare e organizzare: ci riusciamo veramente??
Prendendo spunto dall'articolo di Maria Antonietta Ricagno
http://www.antotranslation.com/materiali/the-efficient-investment-of-time-by-the-freelance-translator-practical-rules-to-schedule-your-work-day-and-activities
non posso che riflettere sulla mia situazione attuale e sui ritmi di vita quotidiana lavorativa e privata.
Ancora adesso dopo tanti anni di lavoro sento di non riuscire a organizzarmi al meglio...
Sarebbe facile organizzare la giornata tenendo conto solo ed esclusivamente delle ore lavorative e delle consegne quotidiane, ma l'organizzazione non si limita solo a questo aspetto. Bisogna conciliare il lavoro con la vita privata, inclusa la gestione della casa.
Quando si hanno dei bambini in giro per casa e l'ufficio si trova tra le mura domestiche è davvero difficile separare le due cose, non ci si riesce mai veramente, ve lo posso garantire. Sicuramente quando i bimbi sono a scuola si può fare di più, concentrando tutta l'attività più impegnativa in quelle cinque ore del mattino, ma una volta rientrati a casa, bisogna necessariamente interrompere il lavoro e dedicarsi a loro. Tutto ciò se si è scelto di non avere una baby sitter, di seguire i propri figli nei compiti e di trascorrere più tempo possibile con loro. Di conseguenza l'orario di lavoro si riduce a quelle ore mattutine e a qualche ora nel pomeriggio, sera o notte (per chi ci riesce...)! Per quanto riguarda poi la gestione della casa, il discorso non cambia molto... anche qui bisogna conciliare! Se non si ha qualcuno che aiuti in casa, il partner, una persona per le pulizie, bisogna trovare il tempo di fare anche le pulizie domestiche, di cucinare, lavare, stendere, stirare... di fare insomma tutto ciò che fa una casalinga. Come si può far rientrare tutto nei tempi??? Io ci sto ancora lavorando e per ora non mi posso permettere nessun aiuto in casa...
Un'altra cosa che mi chiedo continuamente è: ma i nostri colleghi uomini hanno tutti questi problemi??o è una questione prettamente femminile?
Mi piacerebbe sapere come altre mamme-lavoratrici-freelance-casalinghe riescono a tenere testa a tutto ciò, quindi se volete condividere la vostra opinione siete i benvenuti!!!
Ora vado a preparare il PRANZO!!!
domenica 5 agosto 2012
La crisi e il rinnovamento.
Ogni crisi porta
con se' dei cambiamenti, è un modo per ripartire, per analizzare il proprio
percorso di vita.
Si può parlare di
percorso personale, lavorativo, spirituale... ma l'importante è la reazione!
Sì, perché bisogna reagire mettendosi in gioco continuamente, senza mai dare
nulla di scontato, senza lasciarsi andare a una routine sterile e infeconda.
Anche la crisi
economica che stiamo vivendo negli ultimi anni deve farci riflettere, per
portarci a un cambiamento radicale della nostra società e delle regole
dell'economia. Certo non sono un'esperta di economia, ma penso che riducendo
gli sprechi e reinventandosi un lavoro, o dedicandosi all'autoproduzione
qualcosa si possa ancora fare. Non si deve assolutamente perdere la speranza e
bisogna rimboccarsi le maniche, senza scuse! Solo così, forse potremo sperare
di dare un futuro migliore ai nostri figli.
Girovagando in
rete, da un po' di tempo, trovo e leggo sempre più blog dedicati al movimento
della decrescita felice, il downshifting.
È sicuramente un
segnale negativo di forte crisi, perché molti sono obbligati a scegliere uno
stile di vita più frugale e completamente diverso da quello che conducevano in
precedenza. Non bisogna però assolutamente sottovalutare la ventata di novità
che rappresenta questo movimento.
Ma cos'è il downshifting?
Dal MACMILLAN
DICTIONARY:
...to change to a different job or way of life, so that
you have
less money and responsibility but more satisfaction
and
happiness...
Traduzione per i non anglofoni:
...cambiare
lavoro o stile di vita, in modo da avere meno soldi e responsabilità, ma con
maggiore soddisfazione e felicità...
In poche
parole significa ridurre, rallentare il ritmo lavorativo per riuscire
finalmente ad apprezzare le cose più semplici. Una vita non più guidata dal
consumismo, né dominata dallo stress, ma la scelta di un consumo ragionato e
consapevole. Il cambiamento può essere obbligato o avvenire per scelta. Molti
potranno dire che non ha senso ridurre e vivere in ristrettezze se si hanno a
disposizione abbastanza soldi per continuare a spenderli, ma è tutta una
questione di scelte e di coscienza e rispetto di noi stessi, degli altri e last but not the least dell'ambiente.
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