mercoledì 23 aprile 2014

I traduttori sono dei gattini


In ogni caso, anche se sono invisibili, esistono e meritano almeno la considerazione di queste bestiole.


Qualche settimana fa sono andata da un medico da cui vado ogni due anni circa. Dopo la visita, mi ha chiesto come al solito:"Fa sempre traduzioni?" Poiché sono molto ben educata (o legata al vincolo sociale che mi impedisce di essere schietta con chiunque abbia un minimo di autorità) di solito mi accontento di rispondere "Sì, sono sempre traduttrice".
Probabilmente a causa della congiunzione astrale, della sindrome premestruale, del fatto di aver colma la misura o di essermi innervosita per aver aspettato un'ora in sala d'attesa... sono esplosa.
L'ho guardato dritto negli occhi e ho risposto:
"E lei, fa sempre delle esplorazioni rettali? E al suo idraulico quando l'incontra per strada, chiede "Allora, stura sempre gabinetti?" E alla macellaia:"Allora, taglia sempre bistecche?" Io non faccio traduzioni, io sono una traduttrice."
 Tornando a casa, ho rabbiosamente gettato nella spazzatura la ricetta con la prescrizione di Xanax che ha insistito per farmi.
Caro lettore, tu che di solito mi leggi senza saperlo, oggi ti parlerò a mio nome.
Grazie a Slate, che ha la correttezza di fare ciò che è lontano dall'essere una consuetudine nel mestiere, hai forse già letto il mio nome in fondo alle traduzioni, e se non era il mio, era quello di un collega o di una collega. Di solito con le mie parole esprimo il pensiero di molti. Oggi, poiché sono stanca di essere considerata un'oziosa che lavora due ore al giorno in pigiama, che può tenere il figlio più piccolo di sua sorella perché è a casa, e che ha bisogno solo di un Harrap per lavorare fremendo di terrore nel vedere avanzare lo spettro dei software di traduzione, prendo la parola, per spiegarti che cos'è un traduttore freelance. O piuttosto, ciò che non è.

Un traduttore freelance non è un dizionario

Un dizionario è un libro (o un CD, o un sito) con degli elenchi di parole e i loro equivalenti in una lingua che non parlate, o che parlate male.
Un traduttore, è un essere umano che lavora con dei dizionari, mentre non è vero il contrario. Certo, conosce tante parole che non conoscete, ma come l'architetto che non tirerà fuori un mattone dalla tasca a un aperitivo, non può recitare il Larousse inglese-francese a comando.

Un traduttore freelance non è un insegnante

Un insegnante, è qualcuno che ha deciso di trascorrere le proprie giornate con dei cervelli non ancora completamenti sviluppati, collocati in involucri brufolosi e instabilità ormonale, e che ha studiato per sapere come riuscire a fare entrare una lingua straniera nella testa.
Al contrario il traduttore è più spesso un misantropo, allergico alla specie umana, che la maggior parte del tempo lavora a casa propria, con la porta chiusa a doppia mandata e le finestre tappate, rispondendo al telefono solo per domandare un termine di consegna ai propri clienti o uno sconto all'Urssaf.

Il traduttore freelance non è semplicemente dotato per le lingue

Il mestiere di traduttore non consiste solo nel parlare una lingua straniera alla perfezione. Gli stranieri lo fanno benissimo (e anche molto meglio), ma non sono tutti dei traduttori.
Il traduttore ricrea un testo scritto in una lingua straniera in una lingua che i suoi compatrioti possono comprendere (è importante). Legge il testo, l'analizza, lo comprende, lo destruttura e ricrea il tutto in un francese perfetto o quasi. Lo trasferisce e adatta alla cultura d'arrivo. Non traduce parole, ma idee, e perciò non tradurrà
«The guy looked hairy at the heel. He grasped her phone and did a runner. Never mind, she thought, I have enough at home to cobble dogs with»
Con:
«Le gars avait l'air velu au niveau du talon. Il saisit son téléphone et a fait un coureur. Jamais l'esprit, pensait-elle, j'ai assez à la maison à bricoler avec des chiens.»[1]

Il traduttore freelance non ha paura di Google Trad

Rileggete il paragrafo precedente, è stato tradotto con Google Trad.

Il traduttore freelance non è disponibile

Quando il traduttore si riproduce, ha bisogno, come gli altri lavoratori, di tutelare i propri figli. No, non si può tradurre un articolo sulla guerra in Siria, un'etichetta pubblicitaria, una guida di pilotaggio o il libretto di istruzioni di un'ogiva nucleare con un neonato urlante in braccio. Né ai giardini pubblici. Né girando il purè. Né con interruzioni ogni cinque minuti. Se badare a un bambino non fosse anch'esso un lavoro, tutti porterebbero il proprio figlio in ufficio.

Un traduttore freelance non è un interprete

Il traduttore traduce dei documenti scritti. L'interprete lavora oralmente. Non sono le stesse parti del cervello a essere sollecitate, le tecniche sono diverse e smettetela di assumere quell'aria delusa quando vi si dice che non si lavora in cabina con un microfono e degli uditori. No, non siamo all'ONU, ma se lo vogliamo, possiamo lavorare in pigiama.

Un traduttore freelance non guadagna spiccioli

Il traduttore freelance deve guadagnarsi il pane come tutti i salariati, senza aver mai la certezza di riuscirci, poiché è sottomesso ai capricci dei clienti. "Lavori molto, ma devi guadagnare molto! È fantastico!" è una frase ricorrente sulla bocca dei non traduttori ben intenzionati. La verità somiglia di più a:
«Lavoro molto. Questo mese, se sono fortunato lavorando 10 ore al giorno posso arrivare a guadagnare 2.500 euro. Lordi.»

Il traduttore freelance non vuole lavorare in agenzia

In ogni caso non in un'agenzia qualsiasi. Agenzie come Textmaster non esitano a pagare i propri traduttori un centesimo a parola. Sapendo che un traduttore traduce in media 2.000 parole al giorno (ricerche e rilettura comprese), lavorando tutti i giorni tranne i fine settimana, può sperare di guadagnare un po' più di 400 euro al mese a questa tariffa.
Quale altro mestiere è pagato 20 euro lordi l'intera giornata? (Direi a un laureato, ma nemmeno a uno che ha studiato solo fino alla quinta elementare, nessuno merita di essere pagato così). Se un'agenzia vi propone di consegnare una traduzione a meno di dieci centesimi a parola, sappiate che un traduttore e i suoi figli moriranno di fame alla fine del mese (è meno tenero di un gattino, ma è comunque grave).

Un traduttore non lavora contemporaneamente verso la lingua straniera e verso la lingua madre

Un traduttore coscienzioso lavora sempre verso la propria lingua madre, che è quella di cui percepisce tutta l'intelligenza e la cui cultura non ha quasi nessun segreto per lui. Saper tradurre, significa innanzitutto saper scrivere. Altrimenti, in caso contrario, il testo ne risentirebbe negativamente, e inoltre si toglierebbe il pane di bocca ai traduttori delle altre lingue. Un traduttore non lavora contemporaneamente verso la lingua straniera o la lingua madre. Ma può lavorare in qualsiasi posizione.
Perché allora scegliere una professione precaria, mal pagata, incompresa, poco valorizzata, senza congedi pagati né diritto allo sciopero, e che necessita di lunghi studi?
Perché sopportare di essere ridotti a essere qualcuno che fa (traduzioni) e non qualcuno che è (una traduttrice)?
Sicuramente perché, malgrado tutto, la libertà di tradurre in pigiama e in posizioni strambe dei testi (spesso) interessanti non ha prezzo. My tailor is poor, but my life is rich.


Libera traduzione dell'articolo: 
"Les traducteurs sont des chatons" di Bérengère Viennot